Diritto allo studio: un patrimonio da preservare ad ogni costo

Nei giorni post vacanze estive, tra l’affannosa ricerca dei libri di testo e le passeggiate in giro per negozi di cartoleria in cerca di astuccio, diario, quaderni e matite, torna alla ribalta un tema che durante l’anno viene inspiegabilmente messo da parte e riposto lì, in quel “comodissimo dimenticatoio di favore”. L’avrai capito dal titolo, parlo del diritto allo studio, un patrimonio che si dovrebbe preservare e valorizzare ad ogni costo e che invece viene puntualmente relegato ad un “ruolo da comparsa” nel film della nostra quotidianità all’italiana… E d’altronde cosa vogliamo aspettarci da un Paese che permette a cani e porci di pisciare sui nostri patrimoni monumentali (scusate la brutalità del termine), che tutto il mondo ci invidia e che qui invece sono niente di più di un contorno. Finché c’è da interrogarsi sulle “interessantissime” vicende di gossip, siamo tutti esperti, quando però c’è da scendere in piazza per difendere i Nostri Diritti Fondamenmtali, allora diventiamo tutti smemorati o scaricabarile.
E allora proviamo con l’OntheRoad di oggi a fare un po’ di chiarezza su una tematica fondamentale per la civiltà di un Paese, come quella del diritto allo studio, che la Costituzione stessa riconosce a Tutti indistintamente e che poi, nei fatti… è davvero così?
Prima di iniziare, permettetemela una premessa… Voglio riportarvi due articoli della nostra Costituzione, giuro brevi e alla portata di tutti, senza nessun termine in “legalese antico”, che vorrei davvero imprimessimo nella nostra testa, soprattutto il primo dei due che vado a riportarvi, perché è ciò che sta alla base di ogni società che possa dirsi civile… Sì, sto parlando dell’uguaglianza, presente? Sì, proprio lei.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, religione, , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Non entrerebbe stampato tutto in una maglia, altrimenti mi vedreste girare per Roma con queste parole scandite addosso a caratteri cubitali. Eh, no, non sarebbe follia. Compriamo ai nostri bambini maglie con suscritto il nome del calciatore di turno e non potremmo fargliene fare una molto più economica con scritto per esempio… “Siamo tutti uguali”?
C’è chi ha costruito una “fortuna” su felpe e maglie personalizzate, ma non farò nomi 🙂

L’altro articolo della Costituzione su cui voglio richiamare la vostra attenzione è quello che “spalanca le porte” della scuola a tutti:

Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Siamo davvero sicuri che il diritto allo studio sia garantito a tutti? Siamo sicuri che le scuole siano aperte a tutti? Siamo sicuri che il diritto allo studio sia poi concretamente reso effettivo?
Sicuri, sicuri, sicuri… Eh no, nulla di tutto ciò è realmente alla portata di Tutti.
La mia esperienza di disabile visivo mi ha dimostrato ben altro, altre realtà che ho poi potuto constatare in maniera ancor più diretta impegnandomi concretamente nelle tematiche che oggi sono gli OntheRoad che leggete qui.
Ma mettiamoci comodi, vediamo più nel dettaglio perché e per come no?

Il diritto allo studio è davvero garantito a tutti?

Vi rispondo ad una domanda con un’altra domanda… Può dirsi realmente garantito a Tutti il diritto di studiare, se ci sono allievi che solo per il fatto di non vedere, si trovano a poter mettere le mani su un libro a gennaio o febbraio, quando tutti gli altri a settembre sono già face-on-the-book? Ok, poi magari stanno più su Facebook che face-on-the-book, ma questa è un’altra storia.
Non voglio qui entrare nel merito del formato dei libri di testo che sarebbe più conveniente ed efficiente utilizzare, ne parlerò, ma non adesso, perché non è questo il punto.
Sappiate solo che un cieco per studiare necessita di libri di testo in braille, che oggi sono alternativi (e per fortuna) a quelli in formato elettronico. Parliamo chiaramente del percorso di studi che termina con la maturità, dato che in quello universitario, nella quasi totalità dei casi, la soluzione da adottare è quella dei libri in formato elettronico. Ma su questo tornerò in successivi articoli, perché anche reperire questi nei tempi “normali” non è propriamente una passeggiata di salute.
Cerco di farla breve. Libro in braille o in pdf che sia, alunno di prima media o studente universitario, mi spiegate come possa considerarsi garantito il diritto di studiare, se i mezzi indispensabili per fruirne, sono messi concretamente a disposizione dell’utente finale con tempi biblici?
Per fortuna, la tigna, la forza di volontà, le famiglie, gli insegnanti di sostegno sino alla maturità, la tecnologia, sono tutti elementi che assemblati tra loro permettono ugualmente di sopperire alle tante inefficienze di un sistema malato che in tutti i modi dà da una parte e toglie dall’altra. Questa sarebbe la garanzia dello studio?
E sapete cosa accadrebbe se uno solo degli elementi qui sopra mancasse? Che un cieco avrebbe difficoltà enormi nello stare al passo degli altri e peggio ancora si troverebbe a dover affrontare ostacoli assurdi per poter seguire piani di studio normalissimi. Questa è uguaglianza?
Ai ciechi come me che avranno avuto la pessima idea di leggermi, ahahah, scherzo, vorrei arrivasse un messaggio… Le inefficienze di questo sistema devono diventare la forza, la tigna, la voglia di arrivare e di farcela nonostante tutto e tutti, nonostante ogni difficoltà… Ogni traguardo può diventare un sogno e veder realizzare i propri sogni a chi è che non piacerebbe?
Ma vietato arrendersi! E se per un solo attimo ci hai pensato, invece di piangerti addosso rimboccati le maniche, raggiungi i tuoi sogni e poi metti tutto te stesso nel migliorarlo questo schifo di sistema affinché le nuove generazioni queste inefficienze possano solo leggerle e riderci sopra, non viverle.

E le scuole? Almeno quelle sono realmente aperte a tutti?

Fatevi un giro nelle scuole del nostro quartiere, ma potrei espandere il raggio quanto voglio.. Vedreste strutture vecchie, fatiscenti, non curate, con un mare di barriere architettoniche che nei casi migliori sono pure il minore dei problemi, figuriamoci… E questa sarebbe la nostra “scuola aperta a tutti?” E un disabile che deve viverla per anni tutti i giorni? Non fa parte di quel Tutti?

Ma allora, il diritto allo studio è veramente reso effettivo?

Fate un po’ voi… Vogliamo parlare dei frequenti tagli alle ore in cui il sostegno è garantito agli studenti che ne hanno diritto? Informatevi su quante siano le ore settimanali garantite, c’è da ridere, credetemi.

Concludendo…

L’istruzione è alla base della società. Non può esserci civiltà senza un’istruzione efficiente, aperta a Tutti, ma veramente a Tutti, non solo in linea teorica. Finché non capiremo che la nostra mentalità non potrà mai progredire se non partendo da basi solide, saremo e rimarremo un Paese condannato alla deriva

1 commento a “Diritto allo studio: un patrimonio da preservare ad ogni costo

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