Come fa un cieco a usare lo smartphone o il computer?

Siamo nel 2017, eppure in Italia “come fa un cieco a usare lo smartphone o il computer” è ancora oggi la domanda più gettonata, quella che tutti, ma proprio tutti prima o poi mi fanno. No, non ho intenzione con queste pagine di “rispondere na volta per tutte”, però cercare di rendere un po’ più chiare alcune cose sì, quantomeno a chi ancora oggi nel 2017 crede che un cieco che cammina smanettando con l’iPhone in mano, sia un extraterrestre o peggio ancora un falso cieco. Ah, prima o poi parlerò di questa tristissima consuetudine all’italiana, promesso! E vi avverto, non avrò molti peli sulla lingua in quella circostanza 🙂
Ma lasciandoci le chiacchiere alle spalle, caffè pronto e via… Partiamo!!!
Cercando di essere sintetico, ma allo stesso tempo chiaro, senza scendere in inutili tecnicismi, che qui in questo contesto importano a pochi… Esistono dei programmi, detti screen reader (lettori di schermo, per chi non è molto english-friendly), che altro non fanno se non interfacciarsi col sistema operativo in uso e restituire all’utente finale (il cieco in questo caso) un feedback uditivo di tutto quanto appare nello schermo del dispositivo in uso.
Questo in linea generale vale un po’ per tutti i tipi di dispositivi, dal computer fisso al notebook, dallo smartphone al tablet; alcuni di questi dispositivi hanno preinstallato questo programma (gli iPhone o in generale i prodotti Apple ad esempio), che va semplicemente attivato dalle impostazioni del telefono/tablet/pc; su altri dispositivi (come i computer con sistema operativo Windows), il programma di lettura dello schermo va installato a parte e ne esistono di gratuiti e a pagamento, ma con l’uguale risultato di rendere perfettamente utilizzabile il dispositivo.
Lo screen reader si interfaccia con il sistema operativo e tutte le applicazioni su questo installate, sia che si parli di computer con sistema Windows, sia per esempio di smartphone con sistema iOs (l’iPhone o l’iPad per capirci). Ci sono poi applicazioni fatte meglio dal punto di vista dell’accessibilità, che cioè permettono allo screen reader di interfacciarsi senza difficoltà, altre fatte peggio o addirittura male, che al contrario possono rendergli questo compito difficile e talvolta impossibile, con il risultato che il cieco che va ad utilizzarle, si trova davanti ad uno schermo con scritte, pulsanti e quant’altro, che lo screen reader non è in grado di tramutare in voce, senza pertanto poterle utilizzare autonomamente. Questo non capita spesso, ma purtroppo ancora nel 2017 può succedere, sia con applicazioni che con pagine web, sviluppate senza la minima attenzione verso le apposite linee guida di accessibilità che ogni programmatore, web e non web, dovrebbe aver cura di seguire.
Ma l’accessibilità del web e delle tecnologie in genere è un argomento talmente ampio, che trattarlo qui in questo articolo sarebbe riduttivo rispetto l’attenzione che merita, per cui ne parlerò diffusamente più avanti.

Mi capita spessissimo di parlare tramite whatsapp o su
Facebook
con persone che con un imbarazzo inspiegabile dopo pochi minuti, secondi a volte, arrivano alla “fatidica domanda”: “scusa, te la posso chiedere una cosa? – E qui già comincio a scrivere la risposta – Ma se non vedi, come fai a scrivermi?”
Ebbene sì, capita anche questo 🙂 ma il bello è il modo “goffo?” di chiedere, perché la curiosità in sé è più che legittima, anzi, ben venga!
Quindi, se mi vedi per strada camminare con la guida di Dona in una mano e lo smartphone nell’altra, non sono impazzito e non sono stato “miracolato” tutto d’un tratto, semplicemente starò rispondendo a qualche messaggio (no, non te lo dico di chi :p) o magari sto cercando su internet qualcosa o impostando il navigatore per trovare la strada più vicina… Ah sì, dimenticavo, può capitare anche di perdersi per strada e attivare il navigatore pedonale per trovarne una conosciuta, non dirmi che a te mentre guidi non succede mai! Ecco, è la stessa cosa, solo che io non guido, ma è Dona a farlo per me, per cui penbsa un po’, non posso nemmeno essere multato perché sto usando il cellulare mentre guido :p
Ok, la pianto di fare l’idiota, ma penso il succo del discorso si sia capito…
Magari un giorno farò un live OntheRoad per farvi vedere concretamente come un cieco possa utilizzare la tastiera touch di uno smartphone e che differenza ci sia con quella fisica del computer… Vedrete voi stessi come in entrambi i casi questo sia una cosa normalissima, senza bisogno di trasformarsi in supereroi per farlo!
Ah dimenticavo, la sintesi vocale, vale a dire quel feedback uditivo che restituisce lo screen reader di cui parlavamo sopra, è quell’orrenda vocina (oddio… Pensandoci c’è di peggio), che potete sentire provenire dal cellulare di un cieco, per farvela breve.
Ora che anche tu sai che un cieco può “addirittura” messaggiare, cazzeggiare sui social, fare inutili ricerche da bimbominchia sul wehb e persino “se je gira” scattarsi un selfie dalla fotocamera del telefono, che ne dici di condividere anche tu questo post sui social e far scoprire questa “acqua tiepida” anche ai tuoi amici? 😉

1 commento a “Come fa un cieco a usare lo smartphone o il computer?

  1. Per favore, qual’è il nome di una o più applicazioni installabili su smartphone con l’operativo android?. Grazie.

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